Digitalcomedynonsense’s Blog

Solo un altro scribacchino noir & pulp

Frank Crash e il bene e il male

Frank ha difficoltà a relazionarsi con la società, ma questo lui non lo sa. Secondo la sua testa tutti provano un’incommensurabile adorazione verso di lui, tutti lo stimano, tutti lo amano, tutti vorrebbero vestirsi come lui, addirittura tutti vorrebbero ESSERE come lui.

Ma nella realtà Frank Crash non è così over-stimato. Di lui si può dire di tutto tranne che sia intelligente, si vesta bene, sappia condurre una conversazione ed abbia un pensiero coerente. Anche i suoi gusti sono discutibili. Lui stesso è discutibile. 

Eppure marcia trionfante nella vita quotidiana deridendo chi si prende gioco di lui e tessendosi le lodi da solo. Perchè è questo quello che sa fare meglio: auto lodarsi. Il problema in questo genere di narcisismo sta nel capire quando lui sia veramente nel giusto e quando ciò che dice è, diciamolo schietto, una minchiata. Perchè spesso e volentieri quando decanta le proprie lodi Frank perde il lume della ragione e non si accorge che le persone intorno a lui stanno fremendo dal nervoso, sbuffano fumo dalle narici e non lo sopportano più. Anche quando è nel pieno del torto (si dice nel pieno della ragione, perchè non anche nel pieno del torto?) Frank è convinto di avere ragione, di essere tra coloro che sono illuminati e di poter condurre tutti gli altri verso il vero sapere.

La società lo affascina con i suoi costumi ed i suoi modi di dire che lui continuamente confonde e non comprende; lui vorrebbe essere parte integrante di un mondo che t’insegna il rispetto reciproco e dimostra il contrario, lui vorrebbe sapere esattamente il modo giusto di comportarsi in ogni situazione, ma la sua mente confusa solleva il caos tra ciò che è giusto e ciò che e sbagliato e lui, poverino, si ritrova a fare il baciamano a un uomo e la riverenza ad una signora, a prendere il tea con un francese e il cognac con un inglese e così via, in un susseguirsi di azioni sbagliate ed incomprensioni.

Frank non capisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non riesce a distinguere tra il bene ed il male in modo pieno e completo. Quello che lui vede è filtrato dalla sua fantasia, diventa un tramite tra lui e il mondo esterno per permettergli di relazionarsi alla sua maniera, senza arte nè parte, senza controllo e senza freno, in modo per lui naturale.

Frank è un Detective, lui si scontra tutti i giorni (beh, quando trova un lavoretto) con il male ed è convinto di agire per il bene. Rimane però affascinato dagli omicidi per necessità. Quelli in cui la vittima è un vera carogna, che si fa odiare e si fa uccidere. Lì Frank rimane catturato dalla curiosità, si lascia intrigare tra i pensieri ed i moventi, comprende le ragioni dell’assassino (o assassina che sia, il sesso spesso non è rilevante) e quasi si schiera dalla sua parte, non vedendo l’ora di catturarlo per metterlo di fronte a ciò che ha fatto e sentirsi dare una spiegazione.

“Lui mi ha spinto a farlo!” grida spesso e volentieri l’assassino al momento della confessione (quando c’è) “mi ha costretto!” e Frank ride. Ride perchè è passato lui dalla parte del male che ha catturato l’assassino che era prima un vittima di colui che ha ucciso che a sua volta era un carnefice. Male chiama male e Frank il vendicatore, con la sua mente contorta e maniacale, aspetta sempre il momento buono per mostrarsi quello che è. detective1

gennaio 10, 2009 Posted by | Writing | , , , , , , , , | Lascia un commento